Le recenti proiezioni climatiche (CMIP6 – Coupled Model Intercomparison Project of WCRP – World Climate Research Programme) indicano che il futuro riscaldamento dell’Oceano Australe porterà inevitabilmente a una accelerazione del processo di fusione di parti della calotta glaciale che ricopre l’Antartide occidentale, denominata WAIS – Western Antarctic Ice Sheet. A seconda del livello delle future emissioni di anidride carbonica, la fusione totale della calotta occidentale potrà provocare un innalzamento del livello medio dei mari fino a 5 metri.
Il progetto scientifico internazionale SWAIS2C (Sensitivity of the West Antarctic Ice Sheet to +2 °C), composto da più di 120 persone e che coinvolge 35 enti di 10 paesi, mira a determinare se la piattaforma di ghiaccio di Ross e la WAIS si fonderanno in seguito al previsto aumento della temperatura media globale e pari a +2°C, rispetto a quella dell'era preindustriale.
Per comprendere meglio il potenziale contributo dell’Antartide all'aumento del livello medio marino, un team di tecnici della perforazione, ingegneri e ricercatori intraprenderà un viaggio di circa 800 Km fino al margine sud-orientale della piattaforma di Ross. Verranno effettuate perforazioni fino a circa 200 metri al di sotto del fondale marino per recuperare "carote" di sedimenti che conservano tracce dei cambiamenti ambientali in cui si sono formate.
Il progetto auspica che i risultati della ricerca possano fornire informazioni sulla storia dell’Antartide occidentale e quindi sul futuro del nostro pianeta, aiutandoci a sviluppare strategie per l'adattamento all'aumento inevitabile del livello medio del mare e contribuendo agli sforzi di mitigazione delle emissioni di gas serra.
Al progetto partecipano anche 25 giovani ricercatrici e ricercatori provenienti da enti di Nuova Zelanda, Stati Uniti, Germania, Austria, Italia, Giappone, Spagna, Repubblica di Corea, Olanda e Regno Unito, Per l'Italia, partecipano al progetto diverse università ed enti di ricerca, tra cui l'Università di Genova, con Laura Crispini, docente di Scienze geologiche del Dipartimento di scienze della terra, dell'ambiente e della vita - DISTAV, l'INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (ente contraente e leader nazionale), l'Università di Siena, l’Università di Trieste e l'OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. Ricercatrici e ricercatori italiani sono supportati anche dal PNRA – Programma Nazionale di Ricerche in Antartide con il Progetto Italy for SWAIS-2C.
Maggiori informazioni sull'articolo dedicato nel magazine di ateneo, UniGe.life.